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Garante protezione dati personali: bocciato il sistema di riconoscimento facciale del Ministero dell’Interno

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Il Garante ha bocciato il sistema di riconoscimento facciale SARI Real Time, evoluzione di quello già utilizzato dalla Polizia scientifica. Il sistema, oltre ad essere privo di una base giuridica che legittimi il trattamento automatizzato dei dati biometrici per il riconoscimento facciale a fini di sicurezza, realizzerebbe per come è progettato una forma di sorveglianza indiscriminata/di massa.

Tramite una serie di telecamere installate in una specifica area geografica, permetterebbe di analizzare in tempo reale i volti dei soggetti ripresi, confrontandoli con una banca dati predefinita o  “watch-list”, che può contenere fino a 10.000 volti.

“SARI Real Time” scrive il Garante, “realizzerebbe un trattamento automatizzato su larga scala che può riguardare anche persone presenti a manifestazioni politiche e sociali, che non sono oggetto di attenzione da parte delle forze di polizia. […] L’identificazione di una persona sarebbe realizzata attraverso il trattamento dei dati biometrici di tutti coloro che sono presenti nello spazio monitorato, allo scopo di generare modelli confrontabili con quelli dei soggetti inclusi nella watch-list. Si determinerebbe così una evoluzione della natura stessa dell’attività di sorveglianza, che segnerebbe un passaggio dalla sorveglianza mirata di alcuni individui alla possibilità di sorveglianza universale”.

Punto Informatico – SARI Real Time bocciato dal Garante della Privacy

Garante per la protezione dei dati personali: Riconoscimento facciale: SARI Real Time non è conforme alla normativa sulla privacy