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Siamo pronti alla carenza nelle forniture di gas e a possibili prolungate interruzioni di energia?

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Questione di energia, afferma ISPI: l’Italia dipende per il 40% dalla Russia. Ed abbiamo, purtroppo,  un aumento incredibile dei prezzi!

Siamo pronti a sostenere le possibili conseguenze?

I BC Manager hanno già esaminato le possibili conseguenze e, quindi, quali attività porre in atto per limitare i possibili danni?

In passato ci furono blackout che durarono parecchie ore e a subirne per prime le conseguenze furono, ad esempio,  le filiali delle imprese e banche i cui gruppi di continuità ressero al massimo 30 minuti.

ISPI fornisce delle indicazioni che non possiamo trascurare:

Negli ultimi mesi il caro bollette è diventato una delle maggiori preoccupazioni degli italiani, e lo stesso si può dire di tutta Europa. Aumenta la “povertà energetica” delle famiglie, che non possono permettersi di scaldare o illuminare a sufficienza la propria abitazione. Mentre alcune aziende (in particolare quelle impegnate nei settori più energivori, come acciaio e chimica) sono costrette a sospendere la produzione o a spostare i turni di lavoro negli orari off-peak, quelli in cui il costo dell’energia è minore.

Cosa sta succedendo ai prezzi dell’energia? È vero che l’Italia è tra i paesi più penalizzati d’Europa, e perché? E cosa stanno facendo i governi per rispondere all’emergenza?”

Inoltre:

“Questione di energia: è questo il principale motivo per cui l’Ucraina ha un’importanza strategica per l’Europa. Da Kiev passa infatti oltre il 37% del gas naturale diretto dalla Russia verso Occidente (dati del 2021): una percentuale che negli ultimi anni si è ridotta, di pari passo con la realizzazione di nuovi gasdotti che hanno permesso l’apertura di rotte alternative, ma che ad oggi non consente ai Paesi europei di prescindere dalle forniture in arrivo dall’Ucraina. Tanto meno all’Italia, che dipende da Mosca per il 40% delle proprie importazioni di gas naturale. Un’arma di ricatto formidabile nei confronti dell’Europa in mano alla Russia, che ha già iniziato a chiudere i “rubinetti” in direzione di Kiev, dato che i flussi di gas in transito dall’Ucraina sono ai minimi degli ultimi anni. Ma anche uno strumento di pressione per fare approvare il recente – e discusso – gasdotto Nord Stream 2, che porterebbe l’energia direttamente in Germania attraverso il Baltico e che si inserisce nel disegno russo di diversificare le rotte di approvvigionamento bypassando l’Ucraina…. “.

Stante la pericolosità dell’attuale situazione, i Business Continuity manager delle organizzazioni hanno già valutato le conseguenze di una possibile carenza di gas?  E le conseguenze di possibili interruzioni prolungate di energia elettrica?

Invitiamo a leggere l’articolo che si trova a:

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ed a:

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